Pasolini non è stato mai comunista nel senso marxista come non sono stati comunisti la maggioranza degli attivisti del PCI che non hanno mai letto e studiato Marx.
Pasolini è stato un genio nella interpretazione delle intuizioni e delle vicinanze dei valori espressi dal cristianesimo precostantiniano.
La morte di Accattone, le Ceneri Di Gramsci, la storicizzazione del linguaggio dei borgatari della Roma del quartiere San Paolo, la immissione nello stantio dibattito politico dell’ Italia di Andreotti delle dissertazioni marcusiane e la avversione alla borghesia ottusa, volgare e bacchettona, mosse la cultura stagnante.
Gli intellettuali asserviti dovettero uscire dalla ripetizione acritica di nozionismi anacronistici e furono costretti ad inseguirlo in un dibattito smitizzante più aperto e moderno, anche con l’ apporto di Moravia e Piovene . I funzionari del PCI non riuscivano a seguirlo e, invece di arricchirsi studiandone le motivazioni, tentarono di isolarlo.
Ma la bellezza poetica più evidente della sua creatività artistica è stata la produzione da regista. Suscitò la commozione e l’ ammirazione del mondo cattolico e del Vaticano, che l’ avversavano, con il sofferto film IL VANGELO SECONDO MATTEO.
Tutti i films sono pieni di poesia e richiami letterari. La macchina da presa era da lui imbracciata direttamente e le sue riprese personali crearono uno stile.
La morte di Pasolini da tempo ha riportato il dibattito culturale e politico in uno pesante squallore. Gli intellettuali organici al sistema non escono fuori da circuiti ripetitivi, analisi scontate recitate all’ infinito fra aggreganti consorterie da salotto o accademiche. Tacciono sulle vere ragioni dei problemi gravi. Non osano dare il nome dei rei.
Come Internet da la parola, negata dalla stampa da rotativa, al popolo, Pasolini la diede a quelle stratificazioni sottoproletarie emarginate, i ragazzi di vita, che una piccola borghesia spocchiosa ed esibizionista disprezzava e di cui negava l’ esistenza.
Accogliere nel proprio sentire sociale la vita degli ultimi, storicizzarne il linguaggio con valenze letterarie, è equivalente all’ accoglienza che le esperienze, le aspirazioni e le proposte soprattutto degli ultimi trovano nell’ universo internettiano, ove nessuno rimane isolato e senza ascolto, poichè gli internettiani generosi sono prevalenti ed amano correlarsi e donare il proprio tempo, i propri saperi, senza chiedere nulla all’ altro, di cui non conoscono censo, razza o religione, paghi soltanto dell’ afflato solidaristico dell’ inclusività, che è il sentimento fondante dell’ internettianesimo.
E Pasolini, in opposizione alla corrotta borghesia democristiana, che disprezzava a tal punto i diversi da negarne l’ umanità, propose “accattone” ed il suo mondo di borgata e ne descrisse le pulsioni, il linguaggio, la sofferta lotta per la sopravvivenza, spiazzando una società vanesia che non aiutava gli emarginati, ma attendeva che commettessero illegalità per enfatizzarle a fini politici. Nella scena finale, accattone vive l’ uscita dalla vita come la liberazione da una umanità ostile e ringhiosa che gli ha elargito solo disprezzo ed emarginazione. Una profonda commozione coinvolge Pasolini in questa scena. Pervaso da una penetrante umanità, sente l’ altro come se stesso. E’ empatia intensa, è internettianesimo.
francesco miglino
segretario partito internettiano